Tasso fisso o variabile per i mutui: quale tasso d'interesse conviene?
Dovete aprire un mutuo ma non sapete da che parte iniziare? Il mondo dei tassi di interesse vi sta confondendo le idee? Avete parlato con diverse banche e vi sembra che ognuna di esse vi abbia detto una cosa diversa? Siete arrivati ad una sorta di limbo dove non vi sembra di capire più nulla? Non vi preoccupate: è tutto nella norma. Se è la prima volta che siete alle prese con un prestito piuttosto cospicuo è normale sentirsi come all'interno di un vortice di informazioni dalle quali è difficile uscirne. Ma non disperate: fate un bel respiro e leggete questo articolo che, sicuramente, vi sarà d'aiuto.
Partiamo dal principio: dovete chiedere un mutuo alla banca per l'acquisto di un immobile (magari della prima casa) oppure di un'auto. La prima cosa che dovete chiedere all'istituto di credito al quale vi rivolgete è la percentuale relativa agli interessi. Se è vero che una banca è disposta a concedervi la somma richiesta in prestito, infatti, è pur logico che non si farà troppi problemi a richiedervene indietro in più. E si tratta di cifre che bisogna sempre mettere in preventivo perché, soprattutto quando si tratta di importi consistenti, gli interessi potranno andare a coprire la somma di intere rate. Ma procediamo passo passo.
DI CHE TIPO SONO GLI INTERESSI SUI MUTUI?
Gli interessi sui mutui possono essere di due tipologie:
- a tasso fisso, si tratta di un tasso di interesse di un importo che viene calcolato al momento della richiesta del mutuo e che rimarrà invariato per tutta la durata dello stesso; questo vi da la possibilità di sapere con certezza l'esatto importo delle rate del prestito fino a che non andrà ad estinguersi. L'enorme vantaggio di questa scelta è dato dalla consapolezza di quale sia la cifra che dobbiamo pagare ogni mese;
- a tasso variabile, si tratta di un tasso di interesse il cui importo può subire delle variazioni del corso dei mesi (o degli anni) successivi alla richiesta del prestito; questo vi dà la possibilità di avere delle rate del mutuo che possono essere più basse rispetto a quele preventivate al momento della stipula del contratto.
Partendo da queste due basi bisogna ora cercare di capire come orientarsi nella scelta.
TASSO FISSO O VARIABILE: COSA CONVIENE (nel 2015 ma sono considerazioni generali anche del 2017 e oltre per certi versi)?
Dall'andamento dell'economia nell'ultimissimo periodo, prendendo in considerazione l'andamento dei prezzi degli immobili, l'importo dello stipendio medio e l'ammontare delle tasse sulle case, ma anche la questione della macroeconomia (che riguarda, quindi, l'andamento dei tassi interbancari Euribor ed Eurirs che vengono collegati al mutuo in funzione ai tassi di interesse stabiliti dalla Bance Centrale Europea) si può dire che la situazione attuale ha messo in luce delle novità considerevoli che non vanno assolutamente sottovalutate. Ed è proprio da queste che si è potuto riscontrare un cambiamento enorme sia sui nuovi mutui che verranno posti in essere nel corso dei prossimi mesi, che in quelli che sono già stati sottoscritti in precedenza (questo è possibile grazie all'opzione di rinegoziazione del contratto con il proprio istituto di credito di riferimento o grazie alla surroga presso un'altra banaca).
Gli ultimi dati hanno messo in luce che l'Euribor a 1 mese è sceso sotto lo zero, mentre l'Euribor a 3 mesi è a zero. Gli Eurirs (ossia quelle percentuali che vegono prese in considerazione al momento della stipula dei mutui a tasso fisso) sono ai minimi storici: questo è stato reso possibile grazie alla colata a picco dei tassi del Bund tedesco a cui sono collegati (anche se indirettamente). Per fornirvi qualche dato più preciso, l'Eurirs a 20 anni (un dato utile per chi è intenzionato a stipulare un mutuo a 20 anni) è sceso all'1,12%, il 24 anni all'1,19% e il 30 anni all'1,23 per cento. Stiamo parlando, quindi, di percentuali molto basse che erano anni che non si vedevano.
Ed è proprio a causa di questo sprofondamento dei valori dell'Eurirs che moltissimi istituti di credito stanno cercando di aumentare il proprio target di clientela proponendo a chi fosse interessato alla stipula di un mutuo delle offerte particolarmente vantaggiose per chi accetta un contratto che preveda degli interessi a tasso fisso. E questo vale sia per chi sia intenzionato a surrogare il proprio mutuo (un prestito già in essere, magari presso un'altra banca), sia per chi abbia la necessità di stipulare un contratto ex novo. Maggiori informazioni in tal senso in questo articolo del Sole24Ore.
C'E' PIU' RICHIESTA DI TASSO FISSO O VARIABILE?
Stefano Rossini, amministratore delegato di Mutuisupermarket.it, ha definito questo particolarissimo periodo storico-economico dicendo che "Stiamo assistendo infatti ad un progressivo "ritorno del tasso fisso": ad inizio 2014 le richieste di mutuo a tasso fisso erano solamente il 16% del totale, mentre a fine anno erano oltre il 22 per cento. Il fenomeno è ancora più visibile se si analizzano solamente le richieste di mutuo con finalità surroga e sostituzione, dove la percentuale delle richieste a tasso fisso è passata dal 14% di inizio anno al 36% di fine anno".
E ha proseguito spiegando che "In pratica i mutuatari esistenti decidono di rottamare il loro mutuo a tasso fisso beneficiando di tassi di riferimento Irs ai minimi storici e spread significativamente inferiori rispetto a quelli sottoscritti in sede di stipula, principalmente negli anni 2012 e 2013. D'altro canto, le banche stesse stanno rilanciando il prodotto mutuo a tasso fisso con nuove offerte particolarmente appetibili, che addirittura propongono - per un mutuo a 20 anni di 140mila euro, su alcuni segmenti di "clientela affluent" ad alto reddito - un tasso finito che arriva al 3,17 per cento. Per trovare offerte con tassi finiti sotto il 4% per i mutui a tasso fisso, dobbiamo addirittura ritornare all'autunno del 2010, mentre oggi tutte le banche offrono tassi fissi finiti ampiamente sotto la soglia del 4 per cento".
Che cos'è lo SPREAD?
Quando si parla di SPREAD si intende quel margine lordo che l'istituto di credito applica al mutuo a cui andrà aggiunto il valore di Euribor ed Eurirs e che servirà ad ottenere l'importo esatto della rata mensile che il sottoscrivente del contratto andrà a pagare.
In una situazione come quella attuale in cui, a parità di spread la scelta tra tasso fisso e tasso variabile non si può assolutamente definire poco scontata. Soprattutto se si considera il quantitative easing (ossia l'allentamento monetario) che è stato lanciato dalla Bce lo scorso 19 gennaio con il preciso scopo di far partire nuovamente l'economia e far aumentare l'inflazione.
Il consiglio che Guida-mutui vi dà è comunque quello di farsi fare un preventivo in due o più istituti di credito e valutare quale sia quello più conveniente, in base alle proprie esigenze.
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