Rinegoziare la Cessione del Quinto, tutte le informazioni utili
La cessione del quinto rappresenta una formula creditizia estremamente gettonata nel nostro Paese. Il motivo della sua diffusione sta proprio nell'appeal che esercita nei confronti di un sistema finanziario il quale guarda ormai con aperto terrore all'ipotesi di ritrovarsi a combattere con i cosiddetti crediti inesigibili, ovvero quei finanziamenti concessi a clienti che una volta entrati nella spirale delle difficoltà non sono più stati in grado di onorare il piano di rientro concordato in sede contrattuale. Un peso che spinge il sistema finanziario a limitare al massimo i rischi e a puntare su formule tali da regalare maggiori garanzie.
Nel caso della cessione del quinto, a rendere attraente la formula per l'ente erogatore è proprio la possibilità di effettuare la riscossione del corrispettivo concordato alla fonte, ovvero agendo sullo stipendio o sulla pensione del cliente.

Il rischio di insolvenza viene quindi ridotto al minimo, ovvero limitato al caso in cui il lavoratore sia oggetto di licenziamento, per prevenire il quale la finanziaria o la banca possono però mettere in campo l'ipotesi di una assicurazione ad hoc.
A volte può sorgere la necessità di rinegoziare la cessione del quinto
Se la formula che caratterizza la cessione del quinto è in effetti assolutamente chiara, occorre però ricordare che a volte il contraente può venirsi a ritrovare in una situazione nella quale sia necessario rinegoziare il finanziamento accordato. Una ipotesi derivante magari dalla sopravvenuta necessità di liquidità aggiuntiva o da eventi che abbiano impattato negativamente sul bilancio familiare, limitando temporaneamente la capacità di spesa e costringendo di conseguenza a rivedere i propri piani.
In tal caso si può comunque pensare ad un ulteriore accordo teso a estinguere il vecchio prestito in modo da accenderne uno nuovo, prolungandone di fatto la durata del primo nel tempo. In questa ipotesi, la maggior parte delle condizioni precedenti rimane la stessa, partendo proprio dalla quota di rimborso, anche perché lo stipendio non si modifica, mentre l'effetto più vistoso della negoziazione è proprio l'allungamento della durata del piano di rimborso, con il quale si fa fronte all'estensione della cifra concessa dall'ente.
I requisiti per poter rinegoziare la cessione del quinto
Per poter aderire alla rinegoziazione, l'ente erogante dovrà però prima provvedere a verificare l'esistenza di una serie di requisiti ineludibili. La prima condizione in tal senso è il superamento di una soglia temporale minima, oscillante tra il 20 e il 40% del piano di rimborso, a seconda della sua durata, senza la quale ogni discorso dovrà essere perlomeno rimandato. Ad esempio chi abbia stipulato una cessione del quinto a 10 anni, ovvero il massimo previsto, dovrà aver rimborsato almeno il 40% delle rate, ovvero 48 su 120. Mentre chi sia impegnato in piani più brevi deve a sua volta fare i conti con una soglia del 20%, come succede nei piani quinquennali, per i quali bastano perciò 12 rate pagate regolarmente.
Anche chi abbia provveduto ad estinguere in anticipo il suo rapporto precedente può poi rinegoziare la cessione del quinto, a patto che sia trascorso almeno un anno dalla sua fine.
Altro requisito fondamentale è la persistenza delle condizioni fondamentali su cui era impostato in precedenza il rapporto, in particolare la regolarità della posizione lavorativa, la lontananza dalla pensione e dal compimento dei 90 anni.
Rinegoziare cessione del quinto: la verifica dei requisiti di finanziabilità
Una volta che sia stata appurata senza alcun dubbio la possibilità di rinegoziare la cessione del quinto, il passo successivo è rivolgersi ad una finanziaria al fine di verificare se sussistano i requisiti di finanziabilità. Ciò significa in pratica che la valutazione di una cessione del quinto richiede un analisi non solo sul cliente (gli anni contributivi, l'entità del reddito percepito, lo stato di salute se il TFR sia stato accantonato oppure richiesto in anticipo sulla busta paga e altro), ma anche sull'azienda. Può infatti accadere che l'impresa per la quale si lavora sia entrata a sua volta in un momento difficile, tale da metterne a repentaglio addirittura la prosecuzione dell'attività.

Una ipotesi di questo genere potrebbe rivelarsi una vera e propria pietra tombale sulla possibilità di rinegoziare la cessione del quinto e spingere l'ente erogante a chiudere senza indugi la nuova trattativa. Proprio per questo si tratta di un fattore da esaminare con estrema attenzione, prima di fare il passo successivo.
Rinegoziare cessione del quinto: si può anche cambiare interlocutore
Quando si decide di chiedere la rinegoziazione della cessione del quinto, si può anche optare per un nuovo interlocutore. Il motivo di un simile passo sembra abbastanza logico e deriva dalla possibilità di mettere in concorrenza più operatori, passo propedeutico a nuove e migliori condizioni, più favorevoli possibile.
Sia nel caso di vecchio ente erogante che di nuovo, occorre però sapere che ove si decida di rinegoziare la cessione del quinto, il vecchio finanziamento va ad estinguersi e il consumatore ha diritto per ogni rata al rimborso di una serie di costi, tra cui gli interessi, le commissioni della banca, le eventuali commissioni di distribuzione e la quota assicurativa non goduta effettivamente. Una cosa da tenere assolutamente in conto, ove si sia decisi a rinegoziare la cessione del quinto e dare quindi fiato per questa via alla propria situazione finanziaria.
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