Prestito d'onore: cos'è, informazioni e vantaggi dei prestiti d'onore
Per chi intenda fare impresa in Italia, la strada è spesso in salita. Non soltanto dal punto di vista delle strozzature di sistema che spesso vanno a dare vita ad una posizione di svantaggio nei confronti delle consorelle di altri Paesi, ma anche per quanto concerne l'aspetto creditizio.
Come è ormai noto, dopo lo scoppio della bolla dei mutui subprime il sistema bancario ha messo in atto una stretta creditizia nei confronti dell'economia reale, ovvero delle famiglie e delle imprese. Il credit crunch ha così messo in ginocchio molte piccole aziende che si sono ritrovate a combattere con la penuria di liquidità necessaria per poter aumentare l'operatività, comportando infine la chiusura per molte di loro. Nel solo 2016 sarebbero così 1189 le imprese fallite, un numero in calo rispetto agli anni precedenti, ma che fa comprendere come la strada da fare per mettere in sicurezza il sistema produttivo italiano sia ancora lungo.
Il prestito d'onore
All'interno del sistema creditizio a favore del mondo produttivo, un posto del tutto particolare è detenuto dal prestito d'onore, ovvero quel tipo di finanziamento personali riservato ai giovani dai 18 ai 35 anni che desiderino aprire un'attività imprenditoriale, ma non possono contare su un reddito dimostrabile. Introdotto dalla Legge 608 emanata nel 1996, è stato individuato come uno strumento in grado di promuovere la voglia di imprenditorialità di categorie che altrimenti avrebbero poche occasioni per potersi misurare con il mercato.
Solitamente il capitale erogato viene concesso sotto forma di finanziamento a fondo perduto e prestito personale a tasso agevolato. Richiesto al fine di agevolare l'apertura di un'attività imprenditoriale oppure commerciale, a far leva sul prestito d'onore sono solitamente categorie ritenute problematiche, come appunto i giovani, le donne, i lavoratori autonomi, dei liberi professionisti e delle microimprese. Uno strumento che viene utilizzato anche con il preciso fine di superare problemi di carattere territoriale, ovvero quelli di aree del Paese ove spesso le velleità imprenditoriali non riescono a decollare. A livello territoriale i fondi per l'autoimpiego vengono in particolare riservati alle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Come si può facilmente notare, si tratta delle regioni che fanno parte del Mezzogiorno e delle Isole, storicamente vittime di un gap economico nei confronti del resto del Paese.
La gestione dei prestiti d'onore a fondo perduto è delegata a Sviluppo Italia e ai BIC (Business & Innovation Centre). Per poter essere concesso, un prestito d'onore deve passare al vaglio di Invitalia, ovvero l'Agenzia Nazionale per l'Attrazione d'Investimenti e lo Sviluppo d'Impresa. Invitalia rappresenta in pratica l'ente preposto alle operazioni di verifica relative alla documentazione necessaria per la presentazione della domanda di richiesta di finanziamento e alla presenza dei requisiti necessari.
Prestito d'onore: quali sono i requisiti necessari
Naturalmente l'ottenimento di un prestito d'onore dipende dal possedimento di determinati requisiti, i quali devono fungere da base per la fattibilità della restituzione reale del capitale erogato, ovvero del 50% che non è a fondo perduto e deve essere rimborsato tramite rate a un tasso agevolato. In particolare, per poter accedere alla richiesta di un prestito d'onore per l'apertura di un'attività imprenditoriale è necessario avere:
1) una età anagrafica compresa tra 18 e 35 anni;
2) godere della residenza in Italia da non meno di un semestre;
3) rientrare nella categoria di disoccupato oppure inoccupato;
4) aprire la propria attività sotto forma di ditta individuale con sede dislocata lungo il territorio nazionale;
5) ove ad avanzare la richiesta sia un cittadino extracomunitario, avere carta o permesso di soggiorno;
6) operare nel settore del commercio, dei servizi o nella produzione di beni. Sono dunque escluse le attività riguardanti l'agricoltura, la pesca o altri settori affini.
La durata del contratto
Il prestito d'onore prevede un contratto di 5 anni, nel corso del quale si richiede al firmatario l'impegno a non firmarne altri a tempo indeterminato i quali potrebbero andare ad ostacolare il suo impegno nell'azienda da lui guidata. Il tasso di interesse agevolato varia in base alla proposta di attività su cui si è focalizzata la richiesta del soggetto che richiede il prestito d'onore, ma solitamente va ad attestarsi intorno al 70% in meno rispetto a quello che caratterizza i prestiti personali tradizionali.
Una volta avanzata la domanda, il richiedente dovrà in genere attendere circa due mesi, ovvero i tempi tecnici necessari al fine di poter completare le pratiche di istruttoria e ottenere il finanziamento.
Le criticità del prestito d'onore
Tutto bello e facile? Non proprio, se si pensa ad esempio che l'apertura di una Srl non viene contemplata e in tal modo l'interruzione nel pagamento delle rate, comporta il rivalersi della banca su ciò che possiede l'interessato.
Va poi rilevato come sia obbligatorio spendere tutto ciò che è stato ottenuto con il prestito d'onore nei primi sei mesi di attività. Una cosa abbastanza illogica, in quanto un business plan fatto ad arte prevede spesso la diluizione nel tempo degli investimenti.
Infine non va sottovalutata la questione delle spese previdenziali. In tal senso basterebbe ricordare come in un prestito d'onore per 25mila euro, per cinque anni, esse vadano ad attestarsi alla cifra di 19.600 euro. Tanto da spingere alcuni addetti ai lavori a proporre in tal senso la sospensione totale delle spese previdenziali per i primi 5 anni di attività, da accompagnare ad altre misure migliorative che potrebbero effettivamente contribuire a rendere ancora più operativo questo strumento nei confronti della particolare platea cui si rivolge.
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