Mutui e tassi di interesse: ecco come scegliere

La valutazione del tasso d'interesse per stabilire l'importo delle rate di rimborso è fondamentale soprattutto in una fase iniziale. La scelta può dipendere dal temperamento del futuro mutuatario: vediamo insieme qual è la formula più adatta a noi.

Una delle scelte più importanti quando decidiamo di acquistare casa è sicuramente quella che riguarda il mutuo. Si tratta di una decisione che andrà man mano ad influenzare il nostro tenore di vita e l'andamento economico dell'intera famiglia. Due sono gli aspetti che bisogna considerare: le rate mensili ed il tasso di interesse.

Che cos'è la rata di un mutuo? Che rapporto esiste con il tasso d'interesse?

La rata è l'importo da versare con scadenza fissa e che viene detratta dalla retribuzione. Il tasso d'interesse è un fattore fondamentale in quanto determina la sostenibilità del pagamento da parte del soggetto beneficiario del mutuo.

Il tasso d'interesse determina l'onerosità del mutuo

Un altro elemento importante da valutare, ma che non sempre viene preso in considerazione, è la tempistica di accettazione del mutuo e successiva erogazione del capitale: si parla di un periodo compreso tra i 30 e 60 giorni a partire dalla firma del contratto al versamento della quota finanziata, costituendo un tempo massimo per stabilire la fattibilità del mutuo, dell'acquisto dell'abitazione o meno. Qualora capitasse che la risposta dell'accettazione del mutuo tardasse ad arrivare, non bisogna subito entrare in apprensione. È bene valutare sempre con attenzione ogni fattore, l'interesse e le rate con calma e maggiore obiettività. Nel momento in cui decidiamo di accendere il mutuo per l'acquisto della nostra casa, dobbiamo essere ben coscienti che si tratta di un impegno economico per una durata elevata di tempo. E' necessario chiedere prima tutte le informazioni possibili all'istituto di credito di riferimento e toglierci ogni dubbio, studiando tutto nei dettagli.

Quando stipuliamo il mutuo, viene stabilito sia l'importo della rata che la scadenza. La rata potrà essere mensile, trimestrale o semestrale in base alle esigenze economiche del mutuatario e all'importo che cambia anche secondo la scadenza della stessa rata. Ovviamente se la durata del contratto è minore, maggiore sarà la rata da rimborsare. La durata del finanziamento viene definita come piano di ammortamento. La rata presenta un importo maggiore da sborsare quando la durata del mutuo è inferiore in quanto il capitale dovrà essere rimborsato in meno tempo.

Oltre al fisso e al variabile, esistono soluzioni intermedie che vale la pena di tenere in considerazione

Il tasso di interesse del mutuo: le differenze tra fisso, variabile e misto

La valutazione del tasso d'interesse per stabilire l'importo delle rate di rimborso è fondamentale soprattutto in una fase iniziale. Il tasso di interesse fisso resta costante per tutta la giornata del contratto. Questa condizione raffigura una garanzia contro le oscillazioni di mercato, ma al contempo non consente di poter fruire di eventuali agevolazioni. Il tasso di interesse variabile prevede, invece, rate differenti in base al tasso di mercato e alla politica economica con il rischio che un aumento dell'importo mensile possa diventare anche non sostenibile. Il tasso di interesse misto permette di passare da un tasso fisso ad uno variabile con scadenze che possono essere fisse o stabilite in base a quanto è stato sottoscritto nel contratto iniziale in banca. Questo tipo di contratto prevede, infatti, due parti: una a tasso fisso e l'altra variabile e si avvale dunque sia dei vantaggi che degli svantaggi legati ai due mutui.

Come cambia il tasso d'interesse di un mutuo?

Il tasso d'interesse del mutuo cambia in base ai parametri dei mercati finanziari ai quali l'istituto bancario erogatore del capitale aggiunge una somma, il famoso Spread, che si ricava dalla differenza tra il parametro di riferimento e il tasso d'interesse applicato. Per il tasso fisso il parametro di riferimento è Eurirs, mentre per quello variabile è Euribor o il tasso ufficiale stabilito dalla Banca Centrale Europea. Gli interessi pagati per il mutuo ipotecario sono detraibili dall'Irpef.

QUALE MUTUO SCEGLIERE? Tasso fisso, misto o variabile?

Tasso d'interesse FISSO

Tasso fisso per tutta la durata del contratto Tasso Eurirs Rate più alte all'inizio: Rata+ Spread

Tasso d'interesse VARIABILE

Tasso fisso in base alla politica finanziaria o stabilito dalla Bce Tasso Euribor Rate più basse all'inizio: Rata+Spread

Tasso d'interesse MISTO

Tasso fisso Tasso variabile Rata Variabile

Meglio tasso fisso o variabile?

Una delle domande più frequenti in Italia tra gli aspiranti mutuatari è proprio questa: è preferibile accendere un mutuo a tasso fisso o variabile? È chiaro che bisogna valutare i vantaggi e gli svantaggi di ogni proposta e soluzione finanziaria.

Mutuo a tasso fisso: studiamolo nei dettagli.

Per mutuo a tasso fisso si intende il finanziamento erogato dalla banca o dalla società finanziaria con un tasso di interesse costante per tutta la durata del mutuo. In questi casi la rata di rimborso presenta un ammontare fisso nel tempo, noto a partire sin dalla stipula del contratto. Il mutuatario conosce, dunque, la somma da rimborsare e la singola rata del mutuo, che comprende il capitale e gli interessi. Il tasso applicato al finanziamento deriva dalla somma del tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso, conosciuto come "Eurirs" (Euro Interest Rate Swap), e lo Spread.

Vantaggi e svantaggi del mutuo tasso fisso

I vantaggi: le rate saranno identiche dal primo all'ultimo mese; il tasso costante consente di poter avere una precisa pianificazione delle uscite economiche in quanto nulla potrà modificare la rata. Gli svantaggi: i mutui a tasso fisso non possono usufruire delle agevolazioni che il mercato può offrire in alcuni periodi.

 A chi si rivolge questo tipo di mutuo?

Questa formula finanziaria è solitamente indicata per i lavoratori dipendenti e per coloro che preferiscono non avere spese impreviste, ma beneficiare di una certa serenità d'animo. La sottoscrizione di un mutuo a tasso fisso appare ideale per chi non vuole rischiare e vuole conoscere con precisione, già prima della firma effettiva del contratto, il valore delle rate e l'ammontare complessivo del debito. Naturalmente questi finanziamenti sono consigliabili quando è prevista una crescita dell'inflazione che causerà dunque un aumento del costo del denaro.

Le differenze con il mutuo a tasso variabile

Il mutuo a tasso variabile, così come già chiaro nella sua denominazione, è il finanziamento che prevede che il tasso di interesse sia dipendente dall'oscillazione di un indice finanziario di riferimento, che è generalmente l'Euribor. In base all'andamento del mercato finanziario, cambia l'ammontare della rata del mutuo. L'importo aumenta quando l'Euribor sale, mentre diminuisce quando l'indice finanziario scende. Il mutuatario che sottoscrive questo finanziamento è ben cosciente che l'importo della rata dipenderà dall'andamento del mercato riferito al periodo previsto per il pagamento della nuova rata.

Solitamente le cifre iniziali delle rate di un mutuo variabile sono sempre più basse rispetto a quelle di un mutuo a tasso fisso, ma la frequenza con cui si verifica il rialzo degli indici di mercato è alquanto consistente e di conseguenza l'onere del mutuo tende ad aumentare. Questo è il motivo per il quale molti istituti di credito e società finanziarie hanno deciso di adottare nuove soluzioni di mutui a tasso variabile con la rata costante.

Vantaggi e svantaggi del mutuo tasso variabile

I vantaggi: in un primo periodo il tasso variabile, rispetto a quello fisso, è più conveniente; quando l'inflazione diminuisce, il mutuatario ne trae vantaggio in quanto la rata andrà a diminuire. Gli svantaggi: Il tasso variabile è adatto a chi non ha paura di rischiare: se il tasso d'inflazione aumenta anche la rata ne sarà influenzata e il suo importo salirà. Il valore della rata, sia in positivo che in negativo, dipenderà in ogni caso dalle oscillazioni del mercato.

A chi si rivolge il mutuo a tasso variabile?

Questa soluzione è sicuramente adatta a coloro che desiderano ottenere vantaggi economici in base alle dinamiche di mercato. Le persone che sottoscrivono questo tipo di mutuo a tasso variabile sono sicuramente flessibili in quanto sono ben coscienti che una situazione sfavorevole del mercato provoca un conseguente aumento della rata, ma non temono tale rischio. A prediligere i mutui tasso variabile sono maggiormente persone che vantano un reddito medio/alto e dunque una certa possibilità economica in grado di sostenere rate improvvise per un aumento dei tassi di riferimento.

Tra i mutui a tasso variabile c'è anche quello con rata costante che può essere una soluzione vantaggiosa, in quanto offre la tranquillità di una rata ben definita e fissa parametrata Euribor o tasso BCE, anche se non è possibile determinare a priori la reale durata del prestito. La cifra mensile nei casi in cui venga sottoscritto un mutuo variabile con rata costante è infatti statica mentre ad essere variabile è la durata del mutuo.

Chi potrebbe scegliere un mutuo variabile con rata costante?

Questo tipo di mutuo è indicato per chi intende usufruire dei vantaggi dati dal tasso variabile senza, però, rischiare di dover vedere aumentare il costo della tassa. Il richiedente del mutuo con rata costante deve essere cosciente che la durata del finanziamento è invece soggetta a modifiche in base all'andamento del mercato. Prevedibilmente tenderà comunque ad allungarsi. Questo ultimo aspetto non va preso sotto gamba.

Vantaggi e svantaggi del mutuo tasso variabile con rata costante

I vantaggi: le variazioni di mercato, qualora fossero negative, andrebbero ad avere ricadute solo sulla durata del contratto e non sulla cifra da pagare periodicamente; se i tassi di interesse scendono, si riduce la durata del mutuo. Gli svantaggi: Con l'aumento dei tassi, la durata del contratto potrebbe allungarsi di tanto e ciò potrebbe causare un incremento del costo del finanziamento tanto da risultare maggiore rispetto al classico mutuo a tasso variabile.

Si tratta, dunque, di una soluzione che rappresenta il giusto mix tra la serenità garantita dal tasso fisso e la convenienza tipica del tasso variabile. Non bisogna però trascurare che la rata resta fissa solo fino alla data indicata nel contratto; superata la soglia essa sarà soggetta a modifiche. Inoltre l'opzione rata costante sul tasso variabile comporta dei costi aggiuntivi per il mutuatario, che si traducono in uno spread più alto, anche di 0,80%.

Presente anche un mutuo variabile con "cap", o meglio "capped rate", che indica un finanziamento a tasso variabile con un limite massimo prestabilito. Quest'ultimo aspetto è molto importante in quanto se pure dovesse verificarsi che i tassi di mercato superassero il tasso d'interesse applicato al mutuo (Tan), esso non potrebbe comunque mai salire. Nonostante, dunque, gli andamenti finanziari, l'importo della rata del mutuo non può oltrepassare un certo valore, grazie al tetto massimo imposto al Tasso Annuo Nominale.

Chi può scegliere un mutuo variabile con Cap?

Coloro che scelgono un prodotto a tasso variabile con Cap lo fanno proprio per godere della certezza che esiste un tasso massimo applicabile a cui corrisponde una rata massima ammissibile. Si tratta di una formula adatta a chi intende usufruire delle possibilità di ribasso dei tassi di interesse e allo stesso tempo non vuole rischiare con le varie oscillazioni dei tassi verso l'alto, che infatti potrebbero portare a rate difficili poi da poter sostenere.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa particolare forma di mutuo variabile?

Tra i pro di stipulare un mutuo con Cap c'è sicuramente l'opportunità di poter usufruire di un finanziamento ad un tasso più basso rispetto a quelli a tasso fisso. Tale mutuo sembra, dunque, trasmettere una certa tranquillità al cliente. Il principale neo sta nel fatto che sia collocato ad un tasso più elevato rispetto agli altri mutui a tasso variabile. Quando ci rivolgiamo ad un istituto bancario la garanzia accessoria ha sicuramente un costo che si tramuta nell'aumento dello spread.

Oltre ai tassi, anche imposte e compensi: ecco quali

Al di là del tasso d'interesse applicato alle rate mensili del mutuo, bisogna prendere in considerazione anche altri importi che riguardano l'iter amministrativo e burocratico quando ci troviamo sottoscrivere un mutuo.

  1. Il compenso all'intermediario per le spese di istruttoria stabilite con importo fisso o in percentuale sull'ammontare erogato;
  2. Le spese di perizia per la valutazione dell'immobile da ipotecare;
  3. Le spese notarili per il contratto di mutuo e iscrizione dell'ipoteca nei registri immobiliari;
  4. Il costo del premio di assicurazione a copertura dei danni sull'immobile, polizza vita o rischio impiego.

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Dott.ssa Tiziana Casciaro

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