Mutui a tasso variabile BCE: che cosa sono
Tra i prodotti introdotti al fine di dare alternative concrete ai consumatori, ci sono anche i mutui indicizzati al tasso BCE, varati con il Decreto Anticrisi 185 approvato alla fine del 2008, ovvero in un momento in cui i mercati finanziari mondiali erano sottoposti ad un momento storico di grande tensione. Era infatti ormai scoppiata la bolla dei mutui subprime, con contraccolpi fortissimi sul livello dell'Euribor, alzatosi a dismisura proprio a causa della crisi di liquidità del sistema finanziario internazionale. Le grandi difficoltà in cui si erano trovate allora molte famiglie che avevano nel frattempo sottoscritto i mutui a tasso variabile, trovatesi all'improvviso di fronte a rate del mutuo che in taluni casi erano addirittura arrivate a livelli doppi dell'importo previsto all'inizio del piano di rimborso, spinsero al varo del decreto con il quale si chiedeva alle banche di affiancare ai mutui indicizzati Euribor anche prodotti invece legati al tasso fissato dalla Banca Centrale Europea (Tasso BCE) a partire dal primo giorno di gennaio del 2009.
Cos'è il mutuo a tasso variabile BCE
Se il nuovo mutuo a tasso variabile BCE è stato quindi lanciato dal sistema creditizio all'inizio del 2009, va anche sottolineato come la relativa domanda non sia mai effettivamente decollata. Ad impedirne il successo è stato in particolare il rapido rientro ad una situazione di normalità, oltre che la successiva diminuzione ai minimi storici dell'Euribor, passato da valori prossimi al 5% nell'ultimo trimestre 2008 a meno dell'1% fatto registrare alla fine del primo trimestre 2009.

Condizioni che unendosi tra loro hanno in pratica minato alla base l'effetto del decreto legge. Basti pensare al riguardo che già alla fine del 2009 la quota dei mutui variabili indicizzati al tasso ufficiale BCE aveva fatto registrare una quota pari ad appena il 2,6% di quanto era stato erogato complessivamente dal sistema finanziario, un dato poi calato addirittura sotto l'1% nell'anno successivo.
Perché il mutuo a tasso variabile BCE non è mai decollato
I dati in questione fanno capire in maniera esaustiva come il mutuo a tasso variabile BCE non sia mai effettivamente decollato. I motivi di questo clamoroso insuccesso possono essere del resto spiegati con estrema facilità, se solo si provvede ad operare un rapido confronto tra la convenienza dei mutui indicizzati BCE e quella che viene invece vantata dai mutui indicizzati Euribor, dalla quale emerge una differenza media attestata solitamente tra lo 0,3 e lo 0,6% nel 2010, che nella prima metà del 2013 si è mantenuta intorno allo 0,6%, per poi azzerarsi all'inizio del 2014, rendendo di fatto appetibile solo a partire da allora questo prodotto.
Mutuo a Tasso Variabile BCE: potrebbe tornare in auge
Molti operatori di mercato si attendono nei prossimi mesi un continuo e progressivo aumento degli indici di riferimento Euribor sui mercati. Se si verificasse questo vaticinio il mutuo variabile legato al tasso BCE potrebbe in effetti tornare alla ribalta, rappresentando una valida alternativa. Il tasso BCE è infatti considerato dagli analisti finanziari molto meno volatile dell'Euribor, come del resto facilmente verificabile osservando i grafici periodici che riguardano entrambi. Un dato che si spiega in particolare con il fatto che esso viene stabilito ad opera della Banca Centrale Europea, la quale procede naturalmente con il chiaro intento di mantenere l'ordine finanziario a livello internazionale, senza impattare negativamente sulla crescita e cercando al contempo di contenere l'incremento annuo dei prezzi al consumo. Un piano che presuppone appunto una certa stabilità dei tassi, almeno quelli su cui si può agire per via diretta.
Perché il mutuo a tasso variabile BCE può convenire
Naturalmente un ritorno di fiamma dei mutui a tasso variabile ancorati al tasso BCE, per verificarsi, dovrebbe legarsi all'eventuale convenienza a sottoscriverli da parte dei consumatori. A chi può convenire un prodotto del genere? In particolare a chi desideri da un lato diminuire per quanto possibile il peso della rata del mutuo sul budget di spesa mensile solitamente disponibile, avendo dall'altro la sicurezza psicologica offerta da una scadenza la quale non oscilli troppo, esponendo a possibili crisi di liquidità, ovvero una rata che non sia soggetta a variazioni nel tempo troppo repentine.

Una caratteristica che differenzia notevolmente il mutuo a tasso variabile BCE, rispetto a quello fondato sul più volatile Euribor. Al riguardo occorre ricordare come proprio gli analisti finanziari siano pressochè concordi nel limitare ad un numero di due o tre le variazioni annuali del tasso BCE, con procedure non solo graduali, ma oggetto di una programmazione ferrea e sottoposta ad una preventiva comunicazione. Il tutto in modo da generare effetti in grado di essere non solo previsti, ma anche tenuti sotto stretto controllo, in modo da non danneggiare le famiglie che abbiano provveduto a sottoscrivere un mutuo di questo genere.
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