Cos'è il mutuo integrativo e a cosa serve

Il mutuo integrativo rappresenta una possibile strada quando ci si trova in difetto di liquidità e si è già provveduto a stipulare un mutuo. In questo caso si può pensare ad accenderne uno aggiuntivo presso la propria o altra banca, sapendo però che molto dipenderà dal pregresso.

Soprattutto in periodi di crisi economica, per molte persone diventa molto complicato gestire le proprie finanze, soprattutto se scarseggiano le risorse per poter provvedere a tutte le proprie esigenze. Accade così che la rottura della macchina o l'insorgere di una patologia possa trasformarsi in un piccolo dramma, proprio perché diventa necessario reperire risorse di carattere aggiuntivo. Un problema ancora più pressante ove chi ha bisogno abbia già a suo carico un mutuo di cui pagare le rate per il rimborso. In questo caso, infatti, per poter spuntare altri finanziamenti diventa necessario vantare una storia creditizia inappuntabile, che non tutti possono vantare, come del resto è facilmente intuibile andando a vedere quanti siano i cittadini italiani che sono stati almeno una volta costretti a vedere il proprio nome inserito in una centrale rischi. 

Cosa fare quando un mutuo non basta?

Cosa fare quando un mutuo solo non basta e si presenta la necessità impellente di avere altra liquidità disponibile per poter far fronte ad improvvise necessità? In casi di questo genere può arrivare in soccorso il mutuo integrativo, una particolare tipologia di prodotto che è stata ideata espressamente per poter consentire a chi ha già provveduto ad attivare un finanziamento e si trova nella condizione di dover richiedere liquidità aggiuntiva da avere a propria disposizione per qualsiasi eventualità.

Il mutuo integrativo può essere la strada più indicata per avere liquidità aggiuntiva

Chi vuole percorrere questa strada si trova di fronte ad una duplice possibilità: richiederlo all'istituto con cui si ha già il primo finanziamento oppure, in alternativa, rivolgersi ad un secondo istituto bancario. Come vedremo in seguito, non propriamente la stessa cosa.

Esiste un limite di finanziabilità

Tutti coloro che sono interessati ad una soluzione di questo genere, devono però sapere che, per l'erogazione di un mutuo integrativo, esiste un ben preciso limite di finanziabilità. Si tratta di un paletto il quale viene posto fondando il suo calcolo sulla differenza esistente tra il valore immobiliare dell'abitazione acquistata e l'ipoteca che è già accesa su di essa. Proprio la differenza che viene a crearsi tra i due valori è destinata a rappresentare l'importo massimo che può essere finanziato in qualità di integrazione al primo finanziamento. Un importo massimo che però si rivela molto spesso solo un valore di riferimento ipotetico.

La severità dei criteri

Non va poi dimenticato che le banche, in questo caso, adottano come è logico criteri di valutazione estremamente severi proprio per restringere la possibilità di brutte sorprese. Una precauzione che è abbastanza logica, in quanto concedere un finanziamento aggiuntivo può comportare l'aumento esponenziale in merito alla possibilità che il beneficiario si ritrovi all'improvviso in difficoltà nei pagamenti. Una difficoltà che può derivare da accadimenti improvvisi, come una malattia o la perdita del posto di lavoro, sempre presente in tempi di congiuntura economica negativa. Se si riesce comunque a superare i filtri posti sul cammino dalla banca, si può infine scoprire che proprio per tutelare il capitale finanziato, essa abbia provveduto a concedere un importo integrativi abbastanza ridotto o comunque inferiore al massimo possibile. Non va peraltro dimenticato come essendo l'immobile posto a garanzia già gravato da una prima ipoteca, obbligo previsto all'atto dell'accensione di un mutuo prima casa, la seconda ipoteca posta a garanzia gode naturalmente di un valore più basso per gli istituti che concedono il finanziamento.

Le differenze di natura fiscale con il mutuo prima casa

Un capitolo molto importante è quello riguardante il trattamento fiscale di cui gode, o meglio non gode il mutuo integrativo. Proprio la differenza di natura fiscale tra mutuo prima casa e integrativo dovrebbe essere oggetto di attenta riflessione: nel caso del mutuo prima casa è possibile procedere alla detrazione degli interessi passivi, cosa invece non prevista nel caso di quello a integrazione. Si tratta in effetti di un dettaglio  di portata non irrilevante dal punto di vista economico e che dovrebbe spingere ad una ulteriore riflessione sulla opportunità di procedere per questa via o cercare invece strade alternative in grado di rivelarsi infine più convenienti. 

Come può essere richiesto un mutuo integrativo

Una volta che sia stata compiuta una adeguata ricognizione relativa alla propria situazione finanziaria e sia stata accertata la possibilità di sostenere il peso derivante dall'accensione di un ulteriore finanziamento, non resta che mettere insieme tutta la documentazione necessaria, ovvero:
-  i dati anagrafici (data e luogo di nascita, residenza e altro);
- tutti quelli relativi alla propria situazione reddituale;
- i dati relativi alla detenzione della proprietà di immobili;
- tutta la documentazione relativa al mutuo già esistente.

Il mutuo integrativo non gode di agevolazioni fiscali

Una volta che sia stato raccolto tutto il materiale necessario, ci si può recare nella propria filiale di riferimento per esporre la propria richiesta. Nel caso in cui l'accoglienza dovesse rivelarsi fredda, arrivando alla pratica irricevibilità della richiesta, non resta che armarsi della maggiore pazienza possibile e provvedere a consultare altri istituti bancari, sempre con la consapevolezza che molto dipende da una serie di dati che le banche reputano assolutamente necessari per poter concedere il mutuo ad integrazione.

Errori da non compiere quando si chiede un mutuo a integrazione

Va comunque sottolineato come uno degli errori più frequenti compiuti da chi chiede un mutuo a integrazione è quello di fare la domanda chiedendo una cifra spesso sottostimata rispetto alle reali esigenze, proprio al fine di non indebitarsi troppo. Sono gli stessi addetti ai lavori a ricordare come una pratica di questo genere costituisca una sorta di controsenso, in quanto la richiesta di 10mila euro in più su un mutuo di durata trentennale può infine comportare un'extra sulla rata di appena 40 euro mensili.

Altro errore sconsigliato dagli addetti ai lavori è quello di rivolgersi ad un nuovo istituto bancario, senza cercare di praticare sino in fondo la pista di quello vecchio. Andare a chiedere un mutuo integrativo ad un altro istituto vuol dire in definitiva sostituire totalmente il vecchio finanziamento con uno nuovo, con tanto di iscrizione ipotecaria di 1° grado a favore della banca. Dall'altro canto è anche vero che si potrebbe trovare un muro da parte della vecchia banca e in tal caso il ricorso ad un'altra è d'obbligo se si vuole risolvere il problema.

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Dott. Dario Marchetti

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